Oggi entrambidue i miei figli compiono 18 anni (“gemelli?” – chiederà il seguace di Sherlock Holmes – “no, Ariete” – risponderò beffardo).
A titolo di legge, l’evento non è indifferente: qualora asfaltino col motorino incauti passanti, o spaccino cocaina fuori da qualche scuola elementare, la responsabilità non è più mia. Eviterebbero anche gli orrendi riformatori, venendo invece associati direttamente a quel paradiso del riposo e della meditazione rappresentato dalle patrie galere. Son soddisfazioni.
Quando la maggiore età la raggiunsi io s’era d’estate, stavo in vacanza con due compagni di classe, e il caso volle che al cinema di Lignano Sabbiadoro quella sera proiettassero Histoire d’O (v.m.18), col che aggiunsi atto simbolico all’evento cosmico e amministrativo.
Essi (loro) invece trascorreranno la giornata a scuola: a Roma il colui, a Fairfield (Maine) la colei. Il principale effetto della maggiore età rispetto al sistema scolastico è di evitare l’incomodo di imitare la firma genitoriale sul libretto delle giustificazioni.
Ma i miei motivi d’intima soddisfazione sono altri. Quella con i miei figli per me è stata ed è una corsa contro il tempo. Mio padre ci lasciò che io e mio fratello avevamo 14 anni (“gemelli?” – ri-chiederà il seguace di Sherlock Holmes – “no, Cancro” – risponderò io). Sto facendo di meglio: almeno 4 ulteriori anni li ho strappati al fato. Il che è importante, visto che i segnali genetici sono preoccupantemente simili: mio padre un infarto prima e probabilmente un ictus fatale poi, io per ora solo un ictus non fatale. Il cuore ballonzola e dà rimbalzi strani ma, come dice Vasco, “Io sono ancora qua”.
Che aggiungere? Che l’altro aspetto ereditario-fantasmico, oltre al quadro clinico, è ciò che la mia famiglia di origine mi ha permesso di fare: altro enorme feticcio e fardello. Da giovinetto ho fatto di tutto, favorito da invidiabili condizioni economiche e da un’attenta pianificazione di attività dei miei genitori. Soprattutto ho viaggiato molto, in ciò supportato anche da mia madre dopo che papà si era tolto dal palco. E anche i miei figli hanno fatto di tutto e viaggiato molto, e questa è mia grande soddisfazione. In più, il loro andare è meno a casaccio del mio, e meglio mirato al domani.
Che vi devo dire, ragazzi?
Tanti auguri da papo.
Great! Thank you!
Poche righe e tre generazioni, tra le righe la quarta! Complimenti e tanti auguri a tutti i protagonisti dell’articolo
Grazie, Mirella.
Per la quarta generazione, aspettiamo almeno che mi vengano i capelli bianchi, altrimenti non sono in parte.