Io sono vecchio dentro. Oppure nostalgico-revanscista. Mi oppongo al nuovo che avanza. Non capisco ping pong, tae kwon do, beach volley e mountain bike alle Olimpiadi.
Anni fa mi spuntò un punto interrogativo altro due metri sulla testa, all’annuncio del Nobel per la letteratura a Dario Fo. Non è svanito neanche ieri, quando Fo è morto. Ora apprendo che anche Bob Dylan è nobel per la medesima materia. Per me Fo sta a Dylan quanto il ballo del quaqua ai concerti brandeburghesi di Bach, ma il punto è che nemmeno Mr Zimmerman per me c’entra un picchio con la letteratura. Facessero un Nobel per la musica, se gli prude tanto.
Quel che temo davvero è che l’Accademia di Svezia abbia preso il virus Gggiovane, quella tremenda malattia che coglie i parrucconi con un piede nella fossa e li stimola irreparabilmente a fare cose gggiovani, per mostrare al mondo che sono gggiovani. Spesso vediamo gli effetti del virus sulla nostra Corte di Cassazione, che a volte sentenzia in modo assurdo per mostrarci che è al passo coi tempi, tipo quella sullo “stupro incompleto” o sulla marjuana “non ancora giunta a maturazione”. Tornando agli svedesi, mi sembra proprio che a tratti sbarellino. Bob Dylan ha scritto alcune delle canzoni più belle di sempre, oltre a rappresentare un impegno sociale e politico che ne ha fatto una bandiera. Considero l’opportunità che ho avuto di vedere un suo concerto come una pietra miliare nella mia vita musicale. Ma – appunto – musicale, non letteraria. Se il Nobel per la letteratura non l’hanno dato a David Foster Wallace (Infinite Jest), perché lo devono dare a Dylan?
Sono vecchio dentro, ma certe posizioni mi sembrano ancora più vecchie, proprio perché vorrebbero sembrare gggiovani.
Hai ragione. Sei vecchio dentro…ma non abbastanza.
Perché Dylan non è solamente un compositore di musica, ma soprattutto uno scrittore di “lyrics”, parole di poesia, che hanno pesato come macigni per la nostra generazione. E se tu fossi un po’ più vecchio dentro ricorderesti che le poesie della prima letteratura erano anch’esse accompagnate da musica. Erano cantici, canti, filastrocche. Musica e letteratura sono andate a braccetto per millenni. Per cui, il Nobel per la letteratura a Dylan ci sta. Molto di più dei Nobel per la pace a Obama o all’Unione Europea, sulle cui contraddizioni non si sono mai sentite tutte queste cazzo di polemiche.