“vivi e lascia vivere”

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Questa massima (di Schopenauer) se la gioca con “Sii te stesso” nella mia lista personale delle affermazioni più cretine e qualunquiste in voga oggigiorno.

Intanto, ho qualche dubbio che il 99% di chi la pronuncia o scrive sappia perché Schopenauer l’avesse adottata. Un po’ come il gatto di Schroedinger, il cui significato inteso è l’esatto opposto di quello comunemente attribuito. Perciò, filosofo a parte, perché la gente la cita?

Io ho pochissima fiducia nel genere umano, che credo rimanga a galla solo perché la Natura ha le spalle molto larghe e tollera alti gradi di ignoranza e idiozia. Perciò sono ampiamente prevenuto sull’interpretazione attuale (40-50 anni fa non si sentiva mai). Perché – credo io – nessuno sopporta di essere giudicato, sapendo benissimo di essere una merdaccia. Quindi: io non ti dico che fai schifo e in cambio tu non lo dici a me.

Da notare che non a caso di esprime in questi termini chi ha superato i 50: non ho mai sentito un 20enne dire niente del genere. E perché? Prima di tutto, perché presa letteralmente la frase è di un’ovvietà sconcertante; in secondo luogo perché i 20enni sono idealisti e quindi disposti a mettere in discussione tutto; terzamente, perché solo dopo una certa età si comincia a far schifo davvero e contemporaneamente si diventa sempre meno disposti a cambiare.

In genere, “vivi e lascia vivere” lo dice chi ha scheletri nell’armadio, stili di vita fancazzisti o manie esasperate: chi passa il tempo sul divano a disfarsi di birrette guardando la champions o chi si è fatto 18 interventi di chirurgia plastica e ormai somiglia a Shrek. Le “viviste” femmine sono spesso donne con 4-5 storie sentimentali fallimentari alle spalle, i vivisti maschi tipi dediti al dopaggio pesante in sala-pesi. Tutta gente altamente stressabile al primo perché? che gli chiedi. Se a 20 anni puoi ancora rimediare a una vita sfuggita di mano, a 50-60 è più difficile: ecco come mai nessuno accetta giudizi da terzi.

Io ho una visione illuminista, che prevede che ognuno si dia da fare, nel pubblico o nel privato, per migliorarsi, farsi domande, capire il mondo. Vivi e lascia vivere è – nel concreto – l’esatto opposto: lascia che ognuno segua la propria deriva. Per carità, la segua pure, ma non mi chieda di giustificarlo.

Avete mai sentito un notaio, un capitano d’industria, un ministro, un premio Nobel dire “vivi e lascia vivere”? Io no. Ecco.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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