“Fisica Esistenziale”

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Sabine Hossenfelder è una fisica teorica (con un cv di tutto rispetto) “esistenzialista”, che cioè si pone domande sulle scoperte e le ricerche della Fisica e sulle ricadute che può avere sulla nostra vita, non in senso tecnologico ma ontologico. In pratica, chi siamo e che ci facciamo in un universo fatto in un certo modo, dato che ne facciamo parte.

H. di solito inizia le sue conferenze con un diagramma di Venn in cui Fisica, Religione e Filosofia si intersecano, a dimostrare che l’argomento della realtà del mondo ha risvolti importantissimi sul senso di esistenza dell’essere umano.

I fisici oggi si pongono domande sulle leggi fondamentali dell’Universo che rischiano di far perdere il senno ai più. Queste domande arrivano a coinvolgere il libero arbitrio, l’esistenza del tempo, la capacità di conoscere davvero la realtà e altre cosette non proprio leggere per la mente umana.

 

Fino all’inizio del XX secolo la Fisica era senso comune. Poi Einstein (e altri) ci ha spiegato che il tempo non può esistere senza lo spazio. Questa cosa che tempo e spazio non siano concetti separati né separabili è un bel colpo alla nostra percezione. Il detto “senza spazio il tempo non esiste” (vero!) ci fa domandare cosa diavolo stia indicando il nostro orologio da polso e da cosa dipenda quello che ci leggiamo.

Molto più “grave”, però, il colpo inferto pochi anni dopo dalla Meccanica Quantistica (va specificato: nell’interpretazione probabilistica mainstream di Copenaghen), in cui è l’osservatore stesso a determinare (interferendo) la misurazione. Il che ci fa chiedere cosa succede al mondo se non ci sono osservatori. Quindi l’uomo diventa protagonista di una realtà che è lui stesso a creare.

Provare a uscirne è difficile e richiede ipotesi per ora indimostrabili, come quella dei multiversi separati e incomunicanti.

 

Se è l’uomo a creare la realtà oppure a dare vita a continue biforcazioni in ciò che esiste e di tali biforcazioni non potrà mai avere esperienza tramite confronto, è chiaro che il “tessuto dell’universo” inteso come background stabile per gli eventi che vi accadono si sfilaccia irreparabilmente.

Teorie recenti dicono che non bisogna guardare alle particelle (perché queste non esistono, sono solo una convenzione) e nemmeno ai campi [teoria dei] dai quali esse emergono come perturbazioni, ma solo all’informazione che trasportano. Quindi l’universo sarebbe semplicemente uno scambio continuo di informazione da un luogo all’altro. La domanda delle cento pistole è “cos’è l’informazione”, considerato che di per sé non ha rilievo se non c’è nessuno a interpretarla.

Non stupisce che c’è chi si chiede se tutto questo non sia che una Matrix.

Il problema non è la vita quotidiana, che procede indisturbata, bensì il senso di esistenza delle cose e del contesto in cui si manifestano. È evidente che questa ricerca di senso crea un forte legame con l’oggetto di interesse della Filosofia e – su un piano fideistico – della Religione.

 

Alcune domande di fondo cui la Fisica non sa dare risposta allo stato dell’arte sono:

il tempo esiste? – il passato esiste ancora? – noi di cosa siamo fatti (materia, energia, informazione…)? –siamo liberi di agire, o vincolati meccanicamente alle forze e alle interazioni delle leggi universali? – il comportamento umano è quindi predicibile [responsabilità soggettiva]? – si può distruggere per sempre l’informazione? – c’è un limite alla profondità di quello che possiamo sapere? – cosa significa “spiegare” qualcosa?

Queste domande derivano direttamente – come conseguenze – dalle attuali linee di ricerca. In altre parole, la ricerca ci sta portando in una direzione in cui a queste domande non c’è (finora) risposta. Detto ancora altrimenti, i successi anche tecnologici della ricerca comportano il prezzo di un progressivo spaesamento dell’essere umano rispetto alle pietre miliari della sua concezione del mondo.

 

Ciò mi ricorda un po’ la cyber-fs degli anni ’90 (Gibson), in cui l’individuo aveva a disposizione gadget tecnologici inimmaginabili, in una società completamente sfaldata, senza riferimenti etici, morali e psicologici. Prima ancora di Gibson, P.K. Dick.

Diventeremo anche noi come gli anti-eroi di Gibson e Dick?

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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