Due libri di Penrose

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Sto “leggendo” La strada che porta alla realtà e Numeri, Teoremi & Minotauri di Penrose.

Penrose è il classico baciato dalla sorte: famiglia iper-dotata sia in ambito scientifico che artistico, physique du role, umorismo inglese, gran classe personale.

Ed è il peggior incubo di ogni fisico: è un matematico che si occupa di Fisica, tanto da prenderci un Nobel nel 2020.

 

La strada che porta alla realtà è il libro che avrei voluto avere 40 anni fa: 1100 e rotte pagine che spiegano in ottimo dettaglio quali sono gli strumenti matematici necessari per occuparsi di Fisica. Una specie di mappa concettuale, che mette ordine dove altrimenti si procede a tentoni, finché qualcuno ti dice che può bastare. Non mi sembra un modo intelligente di insegnare e aiutare ad apprendere, eppure è quello che è toccato a me. Insomma, per me il libro è La Bibbia, e come tale in realtà non si legge, ma si consulta.

 

Numeri, Teoremi & Minotauri viene invece presentato come una critica alla Fisica moderna e l’ho comprato per questo. Le critiche – in genere costruttive – alla Fisica sono centinaia, ma i filoni più importanti sono due: 1) il “significato fisico” di tanti algoritmi, che per lo più sembrano solo “trucchi” predittivi, senza alcun contenuto di realtà; 2) la coerenza formale-matematica delle teorie. Dal libro mi aspettavo molto di più sull’aspetto 1), mentre Penrose – forse comprensibilmente, visto il background – non gliene perdona una riguardo a 2).

 

Ho un’altra critica a Numeri…, che dipende strettamente dal modo in cui io riesco a imparare le cose. A me si deve prima sottoporre il problema, poi elencarmi i passaggi e gli strumenti formali da usare in ciascuno di essi, quindi illustrare gli strumenti. Invece Penrose adotta un approccio assiomatico, perdipiù applicato direttamente al problema. Così si perde tutta la “strada concettuale” e tocca di nuovo imparare a memoria, come gli asini.

 

Un’altra cosa che ho capito da questi libri è che il corso più inutile, assurdo e inspiegabile del mio percorso di Fisica in realtà a oggi sarebbe risultato il più utile di tutti: Geometria. Ma all’epoca il prof, un matematico avversato da tutti i colleghi fisici, non lo poteva sapere, e quindi la sua colpa rimane intatta.

 

La lettura (ma dire così è un’esagerazione) dei due libri nel complesso mi sta mostrando che o fai il matematico o fai il fisico – solo a Penrose riesce di fare entrambi – perché i cazzi&mazzi sono talmente tanti in entrambi i campi che una vita non basta. Ciò mi spiega perché in Fisica ci sia la Scuola del Zitto e Calcola, sponsorizzata nientemeno che da Feynman, e perché tanti fisici siano in sostanza degli asini sapienti. Come sottoprodotto, mi spiega anche molti post fb di pagine di Fisica “seria”, in cui se provi a fare una domanda ontologica ti guardano come se stessi parlando di ippogrifi (forse sono i minotauri di Penrose). Infine, sto anche capendo nel concreto di cosa parlino Maudlin e Hossenfelder, sulla scia delle obiezioni originali di Schroedinger, Dirac, de Broglie, Bell.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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