
Faccia da nerd, occhiali da nerd, orecchie da nerd. Forse che è nerd? Non importa.
Da almeno cinque secoli, giorno più giorno meno, l’Italia non aveva un giocatore così. Dai tempi di Giulio Cesare Polerio detto “l’Abruzzese” e di Gioacchino Greco detto “il Calabrese”.
A chiamarlo italiano si fa fatica: è nato a Miami (Florida), in Europa è andato ad abitare prima a Madrid e poi a Lugano. Forse qui ha imparato l’italiano, non so.
Però.
Però ha un ELO di 2844 (settembre 2014), che è il secondo più alto di sempre, dopo Carlsen e prima di Kasparov, quindi è secondo nel ranking mondiale. È l’unico di cui Carlsen debba avere paura veramente, perché il ragazzo di lui non ha paura, e si vede.
Non so quanto sia italiano, ma vedere quella bandierina tricolore nei posti alti della classifica dei tornei di categoria 23 fa piacere.
Fabiano Caruana, anni 22, facci sognare.
Nel frattempo, Caruana si è aggiudicato il torneo Grand Prix di Baku, a pari merito con Boris Gelfand e dovendo accendere un cero alla madonna: l’ultima partita – decisiva – era abbondantemente persa, ma Tomachevsky, non accorgendosi che l’aveva vinta, ha accettato la proposta di patta dell’italiano.
Ci si vede a Tashkent (città che conosco come le mie tasche) tra una settimana…