Si fa un certo parlare delle grandi navi che transitano a Venezia.
Ho preso una di quelle navi (ricordate il post sulla Costa Fastidiosa?) e ho attraversato la città. Una visione incomparabile, uno spettacolo emozionante.
Il mio caro amico Alberto, gondoliere, mi ha tenuto una lezione magistrale sul perché quelle navi sono pericolose per la città.
Mi ha spiegato che l’effetto peggiore è che, al loro passaggio, creano una marea artificiale prima crescente e poi decrescente, che ha dei tempi troppo rapidi perché i materiali delle fondamenta (i pali, insomma) “si abituino”. In pratica, velocità di riempimenti e svuotamenti dalla pressione d’acqua (eh già: quelle supernavi un po’ d’acqua la spostano) incompatibili con i materiali da costruzione. Ciò provoca un’enorme usura dei pali e una perdita di contatto solido e stabile dei medesimi rispetto al fondale (fanghiglia) in cui sono fissati. Un po’ come battere dapprima un chiodo nel muro, poi estrarlo e rimetterlo, estrarlo e rimetterlo: il chiodo si usura, il buco si sfalda. Provate a fare così una decina di volte, poi appendeteci un quadro e ditemi che succede.
Grazie, Alberto.
Per par condicio, riporto un arguto commento di un lettore di un articolo sul Corriere: “Ora ce l’hanno con le navi che rovinano Venezia. Ma certa gente, se Venezia non esistesse e la dovessero costruire adesso, direbbe che gli edifici rovinano la laguna”. 😀
ps.: Alberto ha la gondola a Riva degli Schiavoni. Se andate a Venezia, in piazza San Marco (non so perché, ma molti turisti decidono di vedere piazza San Marco, a un certo punto della loro visita, mah!), chiedete di Alberto Zecchini e ditegli che vi mando io. Pagherete il doppio, ma è solo perché il 50% torna a me. 🙂
I like Edoardo Burlini.