Osho Miasto

O

Ogni anno ricevo l’opuscolo di Osho Miasto, in base a una mia visita colà effettuata 4-5 anni fa, con relativa schedatura.
Per chi non lo saprebbe [ho deciso che il mio italiano si deve adeguare ai tempi], Osho Miasto è un podere in provincia di Arezzo, gestito dai “seguaci” di Osho. Per chi non saprebbe neanche questo, Osho era un tizio di arancione vestito, guru e grandissimo furbacchione. Originariamente si chiamava e firmava Bhagwan Shree Rajneesh e forse qualcuno ricorda questo nome associato a un libro, Tantra, pubblicato in Italia negli anni ’80.
Ma non voglio parlare di lui, bensì dei suoi seguaci italiani.

Miasto è un luogo molto bello, con casette, prati, boschetti e una foresteria. Vi si svolgono corsi e seminari a ciclo continuo, di solito cari assai (non al cuore, al portafoglio). Volete sapere di che si tratta? Un momento, che leggo l’opuscolo. Ecco fatto. Pescando qui e lì, potete immergervi tra la Pulsation Reunion, la Silent Moonlight Meditation, la Diamond Breath Internship, il Transomatic Starlight Colour Dialogue Training. Il mio preferito però è il classico Sexual Awareness Training.

Io consiglio caldamente una visita (3-4 giorni) a Miasto, non a tutti ma quasi. Vi troverete solo gente sorridentissima, un po’ perché impasticcata o fumata dalla mattina alla sera, un po’ perché obbligata per contratto (lo staff) a farlo (che avete capito? a sorridere, non a farsi le canne).
Sconsiglio il luogo solo ai cinici miscredenti come me, a meno che non siano dotati di una certa leggerezza d’animo, da impiegare a mani basse durante l’esercizio della loro ipercriticità razionalistico-occidentale.
Già, perché un viaggetto a Miasto può rivelarsi tanto un piacevole soggiorno quanto un’esperienza alla 1984 di Orwell (ma più colorata). Dipende appunto da come guardate le cose. Se non vi chiedete niente, ma semplicemente accogliete quanto offerto, vi divertirete. Se invece vi fate domande, saranno cazzi, e partirete con il desiderio di dar fuoco a tutto il podere (per il napalm, vi posso fare un buon prezzo).
Miasto è contemporaneamente un luna park dei sensi e un imbroglio organizzato.
Organizzato da chi? Dagli organizzatori, no?
Di costoro una cosa è certa: non sono dei fessi. Sulla falsariga dell’ “insegnamento” del loro maestro, fanno quello che faceva lui: danno alla gente ciò che essa vuole, infiocchettandolo di puttanate new age che lo fanno sembrare accettabile o persino encomiabile. Come se la de filippi riuscisse a far passare Uomini&Donne per un’analisi sociologica.
Per fare quest’operazione, non ci si può chiamare Mario Rossi o Valeria Bianchi, per cui organizzatori e trainer si danno nomi fantasiosi, tipo Sagarpriya  (femmina) o Dhairya (maschio) o Devageet (maschio). Magari all’anagrafe fanno Cunegonda Bresolin o Ubaldo Smozzicacapre, ma ciò non è dato sapere.
Personalmente tendo sempre a diffidare di chi non sa portare il proprio nome (chiamarsi Edoardo 50 anni fa era difficile, così ho avuto una buona scuola) e ancora di più se lo cela dietro esotismi improbabili. Mi sa di fuffa, di presa per il culo, di insicurezza profonda e scimmiottamento verace.
A ogni modo, i suddetti terapeuti hanno fatto in modo che come al Club Mediterranee non manchi né la topa né la mazza. Perché Osho il Furbissimo aveva detto: “il sesso è contro l’illuminazione, ma visto che gli occidentali ne sono intrisi, diamogliene tanto che così si stuferanno e potranno finalmente illuminarsi”. Un vero genio.
Tutto è predisposto affinché le cicciose ex sessantottine con emicrania perenne e tavor in tasca trovino compiacenti “addetti” (sorridentissimi) che sotto l’albero ove è permesso fumare le agganceranno con l’intramontabile “leggo nei tuoi occhi che tu hai una storia da raccontare”. L’epilogo si percepisce la notte quando, con le finestre aperte, senti sodddisfatti sospiri e mugolii provenire dal boschetto sotto la tua stanza nella foresteria.
Per i maschi, la dotazione è ancora più ricca: giovinette lisce come pesche, scalze e seminude fanno sobbalzare poppe e natiche nei seminari di “danza liberatoria”, o invocano il sole nascente o calante dentro magliette così sottili che un reggiseno si vedrebbe subito, così meglio non metterlo. Ricordo come fosse stamattina una cubana 22enne che si agitava come un’indemoniata al ballo del sabato sera. Beato chi certamente ha avuto altri momenti per ricordarsela meglio di me.
Ma tutto questo ha anche il macabro sapore del Paese dei Balocchi. Tutto è carissimo, dalla mensa vegetariana (etteparevachenò) ai corsi, alla pigione della foresteria (un 4 stelle costa assai meno). Se non sorridi, ti chiedono perché non sorridi. Se non vai al risveglio della Kundalini alle 6 di mattina, ti chiedono perché non sei andato al risveglio della Kundalini alle 6 di mattina (“proprio perché erano le 6 di mattina, che cazzo!”). C’è un sorridente obbligo alla serenità, che a volte collide con l’immagine ipnotizzante del culo della cubana di cui sopra.
Per parte dello staff, anche qui c’è un aspetto infernale.

Ci sono 3 livelli: i Grandi Capi (quelli più sorridenti di tutti, visto anche quanto incassano), i lavoranti normali e – udite udite – i volontari, che lavorano sei mesi e non vedono un euro (però mangiano e scopano gratis… sì, è vero, con le vecchie del tavor, ma forse anche tra loro).
Strano a dirsi, non si può vedere un bilancio d’esercizio che sia uno e sull’assetto societario sono – diciamo – un po’… reticenti, ma sono sicuro che tutto sia fatto per la pace degli ospiti.

Io a Miasto mi sono divertito molto. Mi ero portato la birra da casa, nel senso che ci sono andato con una ragazza tutta curve, posizionate benissimo, la quale non si tirava mai indietro quando si trattava di sublimare l’unione degli spiriti. Ciò mi ha fatto superare quasi indenne il trauma della cubana 22enne e mi ha strappato solo sorrisi di vissuta complicità nell’assistere alle continue scenette di tacchinaggio canonico a beneficio delle tardone.
E – soprattutto – mi permette di non ridere sguaiatamente, ogniqualvolta ricevo l’opuscolo corredato dalla dicitura “Istituto per la Meditazione e la Crescita Spirituale – aps”.

14 comments

  • Non saprebbi che ti dedicazzi (dedi-cassi è una forma dialettale) anche a queste parentesi new-aged.
    Fortunatamente, ne sei uscito indenne. C’è chi ha perso la ragione per molto meno.
    Parimenti a certi induisti o buddisti dell’ultima ora, vittime dei loro viaggi in Oriente, spesso chi segue questi percorsi torna alla vita quotidiana decerebrato, assumendo un atteggiamento talmente mistico-snob e cagacazzi da essere anche più insopportabile dei tuoi amici libbrai. Alcuni, inizialmente insospettabili, si fanno scoprire alla prima tentazione di esprimersi per aforismi. E se fai l’errore di assecondarli, te li propinano anche in risposta a “che ore sono?” Amano proclamarsi menti libere e aperte…salvo poi tagliarti fuori alla prima occasione, solamente perché hai espresso un parere diverso dal loro sacro credo, o hai un lavoro non particolarmente naturalista o artistico, o semplicemente perché hai appresso un figlio piccolo, che guasta l’atmosfera vetero-fricchettona dei loro incontri di masturbazione mentale. Dio, o chi per lui, ce ne salvi e liberi!

  • Veneziano, tu te ti confondi.
    Osho era contro i cagacazzisti, tant’è che i saibabaisti (per esempio) lo odiano profondamentissimamente. Così, se è verissimo che se buddeggi non puoi mangiare carne né formiche, devi pregare otto volte al dì tra aromi d’incenso e devi porgere l’altra guancia, gli oshoni invece basta che sorridano. Per il resto, più trombi e meglio è (l’ho detto che era un furbo di tre cotte).
    Dagli oshoni non puoi aspettarti altro che, tornati a casa, risparmino le monetine del bar per pagarsi la prossima visita all’Istituto per la crescita spiritista. Non ti cagheranno mai il cazzo, al massimo ti domandano se scopi abbastanza.
    Considera, venexiano, che noi siamo in età perfetta per Miasto, ammesso che si sia disposti a gareggiare con gli aitanti volontari per conquistare una passata tardona vetero-demo-gonnafiorata sessantottina in menopausa. Devi solo sorridere, e tu sei capace.

    • Beh, in tal caso, allora mandami via mail una fotocopia del volantino, che mi iscrivo alle news-age-letters…
      Nel frattempo, mi prenoto una sbiancata di denti dall’odontoiatra.

  • la mattina non si fa la kundalini ma la Meditazione Dinamica. Se le cose non le sai…”SALLE”! 😉

  • amica francesca, chiunque tu sii: nell’estate della mia visita, ‘sta kundalini era alle 6 di mattina, a meno che la mia compagna di stanza non si sia confusa (il che è possibile) e mi abbi referito informazzioni errate.
    sta di fatto, mia diletta francesca, che la tua precisazzione non sposta di un millimetro il concetto che volevo trasmettere e che ti è arrivato benissimo.

    “Sciagura! La ‘Regina dei mari’ ha fatto naufragio: 3.000 dispersi in questa notte di tempesta!”.
    “Non essere allarmista e non dare notizie sbagliate: la nave si chiama ‘Regina del MarE”
    “Ah beh: allora come non detto!”.

  • Edoardo, ho letto quello che hai scritto ed anche recensioni d’altre pagine, curiosamente in parecchi vi tenete molto a descrivere “le cicciose ex sessantottine con emicrania perenne e tavor in tasca”, “le tardone menopausiche bruttarelle” etc, ma non ho letto un, U-NO, solo commento sugli uomini che lo frequentano o formano parte dello staff, ero curiosa visto che sono una donna etero, se vorrai informarmi te ne sarei grata 😉

    • Cara Donna Etero,
      la mia predilezione nel descrivere usi&costumi del mondo femminile discende dal fatto che anch’io sono etero e quindi mi parametro più volentieri con quel semi-mondo, anziché quello degli orsi obesi distesi sul divano a tracannare birra mentre guardano la semifinale di ciampionslig.

      Vuoi parole di Vèrita sugli oshoni maschi? Premetto che non ho più avuto occasione di replicare quella visita, per cui i miei ricordi possono essere nebbiosi. Diciamo questo: ogni impresa commerciale orienta l’offerta sulla domanda prevalente, e quella di Miasto è femminile. Perché lo sia lascio a te indagarlo. Quindi non c’è una completa simmetria (come per fortuna non ci sarebbe comunque, visto che maschi e femmine sono spesso interessati a fenomenologie diverse).

      Gli oshoni maschi clienti sono poco interessanti e secsi. Ragioniamo un attimo: un “alternativo” serio va a Miasto? No: va a scalare in mutande, maglietta e ciabatte da spiaggia il K2. Invece, gli oshoni maschi staff rispondono ai parametri desiderati dalle femmine (culone, gonnafiorate etc.) di cui sopra. Essi hanno – tutti – superato brillantemente l’esame sorriso ideato dal management, hanno la pazienza di Giobbe nell’ascoltare storie di nessun interesse oggettivo e credo (solo credo: non ho prove) funzionino bene anche sotto [‘che un uomo deve funzionare per forza, in certi contesti intrattenitivi, una donna non occorre]. Quel che so per certo e ricordo volentieri è che gli oshoni maschi-staff sono comunque cordiali e sorridenti anche con gli ospiti (maschi) come me, contribuendo significativamente ad allietare l’atmosfera generale. E non sono grassi, né trasandati più di quanto il ruolo spiritista richieda esplicitamente.
      Non conosco le tue motivazioni d’interesse, ma qualora riguardassero interazioni personali (eterosessuali) mi sentirei di

  • La kundalini é alle 1700. La dinamica alle sette di mattina.
    Te lo dice uno che c’ha vissuto 10 anni e c’era quando c’eri. Giusto una precisazione. Non c’è nessun impasticcato lì.
    Se poi non hai trovato nemmeno una granny col Tavor che ha deciso di dormire con te mi dispiace. Sarebbe stato meglio che avessi puntato a qualcuna della tua età, che ce ne sono in abbondanza, ma che probabilmente ti hanno evitato.
    Ma sai, il mondo è bello perché è vario

    • Navino, il tuo commento denota una serie di problemi. Primo, a me non me ne può fregare di meno a che ora è la kundalini, per cui se dico alle 7 di mattina è perché era alle 7 di mattina, non perché io ci guadagni qualcosa nel dirlo. Magari sarà stato solo nella settimana che c’ero io, ma è così. Kundalini = 7 di mattina. Punto.
      Secondo. Ho specificato che ero accompagnato da una non granny e non tavor-dipendente, molto volonterosa e capace nelle faccende di letto, per cui delle tardone cui ti riferisci tu non me ne poteva fregare di meno (e siamo a due).
      Terzo. Nessun impasticcato? Hahaha! Hai vissuto 10 anni lì… ma lì dove?
      Nota finale. Che ti roda il coccolone per faccende tue è chiaro. Un consiglio per vivere meglio: non difendere l’indifendibile.
      Cià.

  • Ciao Edoardo, ho letto solo adesso questo tuo racconto su Miasto, posto dove io, allora giovanissimo sannyasin ho vissuto e lavorato per alcuni mesi nei primi ottanta. Ho letto divertito, anche irritato, tutto assieme, la tua satira ci sta. Non era la comune a far di noi gente speciale, o più speciale di altri, ne i suoi riti, le nostre meditazioni ne i vestiti che indossavamo e neppure il maestro stesso; nulla insomma, col tempo questo diventa sempre più evidente. Tutto quello che tu hai visto e descritto é vero, vero perchè ‘tu’ lo hai visto, e lo hai visto a quel modo grazie alle informazioni che hai in te, cioè la tua storia, e non può essere diversamente. Quando io ero la, vedevo varie cose che tu descrivi ma le vedevo principalmente con gli occhi dell’innamorato, proprio come si fa verso il proprio partner, perciò accettavo tutti quei difetti. Mi rendevo conto d’altro canto, che gli altri, la dentro, vedevano tutti i miei difetti ma fui amato molto lo stesso, assai assai da molti fratelli e sorelle.
    I miei stessi difetti, debolezze e incapacità, nel mondo fuori della comune erano invece motivo per molti per definirmi un ‘molle’, incapace di imporsi, di mordere e vincere, di fottere invece che venire fottuto, un uomo non uomo, uno zero insomma. Paradossalmente, il mondo sannyasins, col suo mix di terapia, meditazione e aggregazione mi ha dato quelle chiavi con le quali in seguito, di mia iniziativa sono andato a fare tante cose nel mondo, con molto successo anche, in quello stesso che prima mi metteva sempre sotto.
    Dico queste cose per onorare e ringraziare Miasto i compagni di allora e Pratiti. Non esiste il luogo perfetto, l’ho cercato dappertutto…., riconosco le cose che dici ma riconosco anche le bellezze che a te forse sono sfuggite.
    Saluti
    Vincenzo

    • Vincenzo,
      com’è diverso il tuo commento, da quelli precedenti!
      Apprezzo tu accetti il punto di vista altrui e non lo percepisca come una minaccia al tuo. Anch’io non sono così ideologizzato da credere di possedere la Verità. Sono contento che Miasto ti abbia aiutato a trovare la tua strada e comprendo i motivi per cui senti di volergli rendere omaggio.
      Un caro saluto.

  • Mamma mia che tristezza il tuo commento, l’ho letto dopo anni..meno male..ora sono più saggia e non ti rispondo stizzita. Stai proprio male se il tuo occhio sulla vita è così pieno di giudizi, stereotipi, proiezioni.. Osho Miasto è un luogo bellissimo che consiglio a tutti di sperimentare. Spero che nel frattempo qualcosa sia maturato in te e che tu riesca ad accogliere la vita con più introspezione e umiltà. Confondevi pure gli orari e i nomi delle meditazioni, non hai sperimentato nulla, ti sei solo ubriacato delle tue stesse parole. Meditate gente. Meditate.

    • Cara Shakti,
      ognuno è responsabile della tristezza che si porta nel cuore e farebbe bene a chiedersene il perché. Se le parole – basate sui fatti, non sulle opinioni – di un perfetto sconosciuto ti turbano, un paio di domande te le potresti fare. Immagino tu abbia letto il commento di Vincenzo, qui sopra, e così puoi fare un confronto tra il suo e il tuo. Perché ti preoccupa quello che penso io, che ho il diritto di pensarlo? Cosa toglie al tuo modo di vedere le cose? Tu hai un’opinione, io una (piuttosto) diversa. Sei sicura di riuscire a vedere le cose meglio di me, così da potermi bacchettare? Se – come dici – ora sei dotata di saggezza, dalle tue parole non traspare.
      Tu stai semplicemente dicendo che chi non la pensa come te, sbaglia. Forse è su questo che dovresti meditare, perché di tante lezioni e corsi sembra non ti sia rimasto molto, né nella mente né nel cuore.

SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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