terza esperienza teatrale

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Ho concluso la mia terza esperienza “da principiante”. Lo spettacolo è andato abbastanza bene, avevo una parte adatta a me come si fa per i principianti. Ormai so che su un palco ci posso stare, ma a questo punto voglio fare un altro tipo di considerazioni. Anzi due.

I laboratori teatrali (LT)

Per capire il fenomeno “laboratorio teatrale” non lo si può guardare solo dal lato della domanda (utenza), ma bisogna considerare anche quello dell’offerta (chi lo propone) perché questa ha una diretta influenza sul singolo utente.

Dal punto di vista dell’Offerta il LT è innanzitutto un’attività commerciale, assai prima che artistica: serve a far entrare soldi. Che non abbia una valenza fortemente artistica è ovvio, visto il numero di ore di lezione, il modo in cui sono trattate le materie, l’assenza di un meccanismo di selezione all’ingresso. Questa impostazione fa leva su cinque possibili motivazioni dell’utenza potenziale: a) imparare qualcosa – di prima mano – sulla recitazione; b) verificare se si è in grado di stare su un palco davanti a un pubblico; c) usarlo come terapia (timidezza in primis: gli altri sono più gravi); d) soddisfare la propria vanità (“mamma, guardami: sono un attore!”); e) tenersi in allenamento in prospettiva di altre prestazioni di recitazione. Naturalmente ogni utente può avere più di una motivazione.

All’Offerta non interessa se in una classe ci sono 5 utenti diversi con 5 motivazioni diverse. Interessa solo 1) che l’attività produca profitto; 2) che il prodotto finale promuova (o almeno non mini) la credibilità del brand. Qui già si capisce che le motivazioni degli utenti possono essere conflittuali tra loro: ci tornerò.

Una figura importante è quella degli insegnanti. L’insegnante ha due compiti: traghettare l’utenza verso la realizzazione dei propri obiettivi; soddisfare gli obiettivi dell’Offerta.

Il “percorso” di un laboratorio è fisso: si danno cenni di tecnica (fino a febbraio); poi ci si dimentica serenamente di tali cenni e si costruisce lo spettacolo (da feb a giugno). Questo invariabile pacchetto soddisfa più o meno le motivazioni a)-e) dell’utenza e somiglia tantissimo all’analogo percorso predisposto dalle “case editrici per esordienti” (es. Albatros), dove tu paghi tutto di tasca tua ma alla fine puoi dire “mamma, guardami: sono uno scrittore!”.

Ogni utente perciò si interfaccia con tre realtà: l’Offerta, i colleghi, gli insegnanti. Tutte e tre le categorie possono risultare di aiuto o di ostacolo rispetto ai suoi obiettivi. Qui le cose diventano personali: io non ho mai avuto problemi con gli insegnanti, mentre in due casi li ho avuti con l’Offerta e con i colleghi. È questione di fortuna: puoi trovare Offerte più o meno banditesche e colleghi più o meno sintonizzati sulle tue motivazioni.

Prospettive

La mia domanda ora è: dal secondo anno (non più “principiante”) cambia qualcosa? Non lo so, ma lo spero. In particolare, spero che si impari qualcosa di più e che i colleghi abbiano motivazioni più simili alle mie.

Però mi rendo conto, per la seconda volta, che probabilmente le mie aspettative sui LT sono troppo alte rispetto alla realtà verificata e che probabilmente non esiste, dal lato dell’offerta, un qualcosa che si collochi tra la “macchina pro-vanità” e le scuole adibite a creare attori veri.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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