Cacciari, con quell’aria calma (che mi piace) e il tono da professore (che non mi piace) dice che la crisi della Lega era nelle cose, una volta caduto il Nano delle ballerine.
Può essere.
Io però guardo a un altro fatto, che la Lega ha sempre sostenuto e ora ha dimostrato scientificamente sulla propria pelle: che Roma è ladrona. Nel senso che una volta giunti a Roma, in piazza Colonna o Montecitorio, che siano raffinati filosofi o gallinacei burini, i pre-destinati a cambiare l’Italia finiscono tutti per comportarsi alla stessa maniera: rubano.
Ho pochissima familiarità con Montecitorio, molta di più con palazzo Chigi. Ma anche senza entrare per i due portoni, solo girando per le due piazze si capisce che l’aria è diversa da qualunque possibile aria di qualunque possibile angolo d’Italia. È qualcosa che non si può capire se non si prova. Dev’essere un fenomeno radioattivo, o legato al magnetismo terrestre, o alle falde di profondità: fatto sta che impregna l’aria e in breve il cervello dei nostri stimati statisti.
Come si sarà capito, sono per una completa deresposabilizzazione. Non posso credere che chi per anni, decenni, ha tuonato contro gli interessi particulari, ha fatto delle campagne contro la corruzione la propria bandiera, si lasci scientemente catturare dallo stesso meccanismo. Sarebbe ridicolo, grottesco, incoerente. E i nostri rappresentanti non sono mai ridicoli, grotteschi o incoerenti. Per definizione.
Forse per questo, consapevole del pericolo, la Lega aveva chiesto di spostare dei ministeri al nord. Sono sicuro abbiano fatto degli studi, delle analisi: l’aria di Milano o di Abbiategrasso non ha le venefiche proprietà di piazza Montecitorio. In un’amministrazione posta – che so – a piazza Cordusio a nessuno verrebbe mai in mente di stornare fondi.
Sia chiaro che io ne faccio soprattutto una questione di salute individuale. Chi è colpito dal fenomeno romano non se ne rende conto finché non è troppo tardi. Singolarmente, egli deve attendere che altri (colleghi, giornalisti, la magistratura) levi il grido d’allarme, prima di accorgersene da solo. Come in un’ipnosi. Sono con Bossi: sono certo che egli non si sia accorto di essere un volgare bandito fino a che non gliel’hanno comunicato. In quell’istante si è risvegliato dal sonno, e ha compreso. Ma non un istante prima. Un po’ come in “Ascensore per l’inferno”, in cui Micky Rourke compie atroci delitti in uno stato di trance. La sua buona fede è provata dal fatto che è il primo a indagare su quegli stessi omicidi. È il caso di Bossi, che continua(va) a urlare contro Roma ladrona mentre a rubare era lui.
La colpa è di Roma, senza dubbio. Dell’aria pestifera che in breve tempo fa assumere un insopportabile atteggiamento di arroganza del cazzo a chi frequenta quelle piazze. Bossi ne è solo un’incolpevole vittima, come tanti, tantissimi altri.
Roma puzzona.