
Hai presente quei modellini di Sistema Solare (SS) che ti mostrano, in cui tutti i pianeti sono equidistanti tra loro? Non è una semplificazione, è una fesseria: ti nasconde i veri equilibri gravitazionali.
Col mio recente giocattolino – Universe Sandbox – ho provato a vedere che succede a mettere tutti i pianeti a una distanza tra l’uno e l’altro pari alla vera distanza di Mercurio dal Sole: 0,311 au (unità astronomiche, cioè la distanza media tra Terra e Sole, circa 150 milioni di km).
Facendo girare il modello, dopo circa 150 anni Marte – che è troppo vicino a Giove – parte per la tangente e abbandona il SS. Tutti i pianeti tranne Mercurio, “tenuto saldamente” dal Sole, mostrano orbite estremamente variabili, instabili. Dopo 278 anni anche la Terra viene sparata via in un’orbita molto ellittica, e diventa il pianeta più esterno.
L’ordine di quelli rimasti è Mercurio, Venere, Saturno(!) che entra ed esce dall’orbita del successivo, che è Urano(!), Giove, Nettuno, Terra.
Dopo 1000 anni, Saturno incrocia l’orbita di Giove e Urano quella di Nettuno.
In sintesi il SS risulta instabile, principalmente per l’effetto perturbativo di Giove, che agisce da fionda gravitazionale su tutti gli altri.
Perciò mi domando: perché dalle elementari in poi ci mostrano qualcosa che non rappresenta la realtà? Per farci vedere le grandezze relative tra i pianeti? No, perché non è neanche così: non ce le mostrano.
Allora?
Scusa bro,
si deve semplificare.
Se si volesse rappresentare in maniera classica la struttura dell’idrogeno, mettiamo in un’aula della scuola media Morosini, sarebbe problematico visualizzare idealmente una pallina da golf al centro della classe e un granello di sabbia posizionato nella cucina di casa mia. Più difficoltoso ancora sarebbe cercare di rappresentarre ciò su una pagina di libro.
Lo so, nulla è come sembra, però i privi di genio come me, hanno bisogno di un qualche schema intelligibile per orientarsi.