Olivia

O

Non so quasi niente di Olivia Newton-John, se non che aveva un bel visetto su un corpo trascurabile. Mi pare di averla sentita cantare Xanadu, però in un’epoca in cui Kate Bush cantava Wuthering Heights, cancellando ogni concorrenza.

Non dico nulla di sorprendente ricordandola per You’re the one that I want, capolavoro casuale di un film per bimbiminkia, però divertente nei suoi centomila stereotipi d’epoca.

Di quel duetto con Travolta, insuperabile nel suo genere, mi è sempre piaciuto il tocco di sceneggiatura per cui la neo-vamp improvvisata tradiva la propria insicurezza nel personaggio, non sapendo che fare della sigaretta.

Per quella canzone Olivia rimane nell’immaginario collettivo. Trovo giusto e bello sia così.

 

Addendum: apprendo con stupore e piacere che c’è un altro motivo per ricordarsi di Olivia. Aveva un nonno  materno “di un certo rilievo”: il premio Nobel Max Born. Mai mi sarei immaginato che la nostra in famiglia annoverasse colui che aveva proposto la funzione d’onda di probabilità per l’elettrone, risolvendo brillantemente il problema della non-perdita di energia del medesimo, che lo avrebbe fatto collassare nel nucleo. Piccolezze, eh?

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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