Me lo ricordo dagli anni ’60. un tratto netto e pulito, che rendeva la scenetta immediatamente interpretabile anche a un bambino. Le figure tutte uguali, come cloni, identificate nelle rispettive funzioni solo dall’abbigliamento. La cura dei particolari a contorno. Sempre misurato, mai violento o volgare, allo stesso tempo essenziale e dettagliato, raccontava di un mondo chiaro e definito nei ruoli e nei rapporti, dove non c’era ancora spazio per la “fluidità” à la Bauman. Sono sinceramente dispiaciuto.