E’ un complotto mondiale, non c’è dubbio. Per chi sa vedere, se ne raccolgono segnali ovunque, dal republic telephone di un’insegna tailandese al consumato alla cavallaro indebolito di un ristorante alla periferia di Debrecen (Ungheria). (per la cronaca, era un brodino con uovo).
Una variante ideologica è la piza margarita di un locale di Cluj-Napoca (Romania): detta pizza, da me ordinata, nulla aveva a che spartire con l’originale napoletano, ma alla mia osservazione la cameriera rispose: “Per noi, questa è la margherita”. Soli contro il mondo: ammirevole e giuridicamente ineccepibile.
Per chi come me – ricco e famoso – si diletta a frequentare i più esclusivi ristoranti delle capitali mondiali, non c’è niente di nuovo. I fetuccini al tartuffo sono all’ordine del giorno, i cortesi Vettato di siedere solo una consolidata abitudine. Anche in sedi autoctone non mancano le sorprese: “Alla fine della giornata ricordarsi di fare il bake-up del lavoro” campeggia(va) sulla parete di una segreteria notarile romana.
E’ un complotto dicevo. Non è possibile che con 5 euro per il disturbo del traduttore professionista, o anche gratis dietro indicazione dei turisti, i gestori non siano in grado di correggere menù e insegne. Ma non vogliono.
Perché non lo vogliono?
Attendo che qualche complottista M5S ce lo spieghi.
Citando per pungève l’ho letto a 10 anni, sul libretto multilingue di una corrida madrilena. Dall’immagine, direi che intendeva qualcosa come [il picador] incita il toro per infilzarlo con la picca.
…. è perché mangiano grano saraceno….contiene dei potenti allucinogeni.