Vicini di casa

V

Su Mercurio non ci sta nessuno perché fa troppo caldo.

I venusiani sono un po’ ambigui, sul verde ma anche sul bianco, ed è meglio non fidarsi perché certamente hanno una doppiezza femminile. Gente che senz’altro ti spara col laser alla schiena.

I marziani sono i più affidabili, non perché siano buoni ma sai sempre cosa aspettarti da loro: guerra. Possono essere piccoli e neri, o alti ed evanescenti (Bradbury), ma certo anche verdi e con le antenne.

I gioviani sono paciocconi, ma se li fai arrabbiare ti appiattiscono in un amen: per sopportate quella pressione sono larghi due metri e hanno muscoli che neanche un gorilla. Però hanno quella bella aria paterna da figli del pianeta maggiore e se non li stuzzichi ti danno una mano coi tuoi problemi.

Quelli di Saturno… beh non saprei bene, ma è certo che sono un po’ pazzi e imprevedibili. Potenzialmente pericolosi, diventano innocui se hai un amico gioviano che ti cammina al fianco.

Quelli di Urano sono scuri, rugosi e intellettuali. Si fanno gli affari loro e non parlano volentieri con te (ma neanche tra loro, pare). Definiamoli “ombrosi”.

Su Nettuno vive una versione verdognola (senza antenne) degli uraniani. Un po’ più cordiali, un po’ più alti, dediti agli scambi commerciali soprattutto esterni. Anche loro non hanno particolari motivi per fare la guerra, ma non andrei a verificare da vicino (Nettuno è grande assai).

Su Plutone, se c’è qualcuno, non si curano quasi per niente del resto del Sistema solare. Buttati lì in periferia, al freddo, sono in pochi e c’è chi azzarda si riproducano come i nani, cioè nascendo dalle pietre.

 

La fs, soprattutto negli anni ‘30-‘50, s’è data un gran daffare per popolare il SS di alieni, tutti rigorosamente antropomorfi. La cosa interessante è che le loro fattezze immaginate rispecchiavano quello che all’epoca si sapeva dei rispettivi pianeti, che se era poco era anche spesso sbagliato. Indimenticabili le minchiate scritte da Bradbury in “Pioggia sena fine” (Venere) e da Niven in “Reliquia dell’Impero” (Giove). La scienza e la tecnologia spaziale hanno tolto gran parte della poesia sui nostri potenziali vicini di pianerottolo e sulle loro possibilità di esistere, tant’è che il massimo dell’azzardo oggi è riservato ai micro-organismi di Encelado (una luna di Saturno) e ai vulcani di Io (luna di Giove): sai che allegria.

Dobbiamo rassegnarci: gli unici che ci possano visitare al momento sono i mostri di Vega. Ecco il perché di Atlas UFO Robot.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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