Un pomeriggio di agosto del 1982, dopo aver girato tutto il giorno per Washington con zaino in spalla e sacco a pelo sotto il braccio (non avevo ancora capito l’utilità e l’uso dei locker nelle stazioni Greyhound), prima di tornare alla stazione delle corriere stavo facendo un’ultima passeggiata sul Mall. C’era il museo dell’astronautica, con capsula Apollo-qualcosa pendente dal soffitto, tute di varie foggie e colori, ammennicoli sparsi.
Dall’altra parte del Mall, il museo d’arte moderna (edificio ovest). Facciamo 31. Giro a razzo nel museo, giusto per dire che ero stato anche lì.
Improvvisamente, in una sala, due quadri affiancati. Zot! galattico e l’ora successiva passata a fissare prima l’uno e poi l’altro, chiedendomi quale mi piacesse di più e perché. Domanda plausibile, risposta impossibile. Nella sala c’era un sorvegliante, un negrone muscoloso, dapprima incuriosito e poi francamente insospettito da questo giovane con zaino e sacco a pelo, ipnotizzato davanti alle due tele. I quadri si chiamavano Dame in Mauve e The Man from Potin, entrambe di Lyonel Feininger.
Poco prima che il museo chiudesse, nel negozio d’arte del museo mi procurai le rispettive cartoline. Poi andai a prendere un altro autobus, verso Atlantic City.
Un mese e mezzo dopo ero di nuovo a New York, reduce da un giro in Greyhound attraverso 36 stati. Decisi che per ingannare il tempo potevo tornare a Washington a rivedere le tele. Solo che, una volta di nuovo sul Mall, scoprii che quella che avevo visto era una esposizione temporanea, e i due Feininger non c’erano più.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
un grande, sì.
peraltro padre di andreas, uno dei miei personali miti.