Terrapiattismo

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[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text]Trovo sintomatico ed emblematico il terrapiattismo. Appena saputo di che parlava, mi era immediatamente venuto in mente Hans Horbiger, quel curioso cosmogono tedesco le cui tesi avevano tanto affascinato il fuhrer e che tra parentesi era anche il mentore di Horst Wessel. In comune avevano il coraggio di negare l’evidenza.

 

Non mi interessa discutere il terrapiattismo sotto il profilo scientifico. Meglio di me lo hanno fatto in tanti, come Massimo Mazzucco, [button size=” style=” text=’guarda il video’ icon=” icon_color=” link=’https://www.youtube.com/watch?v=HUkhs3XBENA’ target=’_blank’ color=’#fceb51′ hover_color=’#ffffff’ border_color=” hover_border_color=” background_color=’#000000′ hover_background_color=’#000000′ font_style=” font_weight=” text_align=” margin=”], di per sé un complottista. Mi interessa invece capire perché il terrapiattismo abbia dei seguaci.

 

La questione, per essere compresa in tutti i suoi risvolti, va affrontata sotto diversi profili. Lo schema di riferimento è: 1) un tizio qualsiasi decide che tutto il mondo sinora gli ha raccontato balle sulla sfericità della Terra, perciò decide di smascherare il complotto globale; 2) trova dei seguaci che formino un movimento; 3) diffonde il messaggio sui social media e in altri luoghi “più seri”.

 

Il punto 1) richiede una psicologia da complottista. Si è scritto e si sta scrivendo parecchio sulla personalità dei complottisti in generale, per cui non ripeterò le tesi. Segnalo solo che oggi, rispetto a soltanto pochi decenni fa, il complottismo può diventare una professione.

 

Il punto 2) coinvolge particolari condizioni socio-antropologico-culturali al contorno, riassuntivamente definibili come “di spaesamento generale”. Mai come oggi (forse nell’anno 1000) la gente si sente senza riferimenti ed è disposta a credere a qualunque cosa. La fiducia nella Scienza è ai minimi storici e con qualcosa la devi pur sostituire.

 

Il punto 3) riguarda l’odierna estrema facilità nel poter raggiungere in modo organizzato il grande pubblico, creandosi così nuovi adepti. Non parlo solo dei mezzi di comunicazione (lato attivo) e recepimento (lato passivo) delle informazioni, ma anche della progressiva difficoltà di verifica delle medesime e perciò di una intrinseca debolezza del lato “recettivo” nel contrastarle criticamente. La gente si beve di tutto (vedi punto 2)), e questo tutto è spesso presentato in maniera accattivante (oggi chiunque può confezionare un dignitoso documentario audio-video). Non c’è nemmeno più bisogno di farsi pubblicità: le persone sono collegate 24/24 in cerca di stimoli, e prima o poi incapperanno anche in te; l’importante è solo essere suadenti, se non persuasivi.

 

C’è anche un punto 4), per i malpensanti. Il medesimo che si può applicare a Scientology e a ogni setta. Il capo dei terrapiattisti non occorre assolutamente creda a quel che propaganda, ma gli basta che ciò gli procuri visibilità e di che vivere: con ciò la sua personale missione è compiuta.

 

Un ultimo aspetto, che considero il più grave di tutti, riguarda la negazione e si rifà agli aspetti psicologici di cui al punto 1) (però ora estesi a tutti i seguaci). Cioè se tu provi a dimostrare al terrapiattista che si sbaglia, lui nega l’evidenza, sostituendola con spiegazioni assurde e complicatissime, pur di non ammettere il proprio torto. E’ noto a esempio che i terrapiattisti negano l’esistenza dell’Australia. Ci sarebbe un complotto generale (tipo Matrix) per far credere all’esistenza di una terra (bella grandicella, tra l’altro) che invece non esisterebbe. E questo solo perché le teorie terrapiattiste sarebbero smentite dalla presenza dell’Australia sul mappamondo. Ci rendiamo conto?

 

Riassumendo. Il terrapiattismo è solo un esempio, però macroscopico, di un delirio mentale che si va diffondendo sempre di più e che ha nello spaesamento generale il proprio brodo di coltura. Il suo strumento è la rete capillare di comunicazione (internet), i cui fruitori sono miliardi di persone ormai incapaci di pensare criticamente. Le cause di un fenomeno come la teoria terrapiattista sono moltissime, perché ognuno dei punti 1)-3) ha bisogno di molte concause per manifestarsi. Però il prodotto finale è sotto gli occhi di tutti.

Buon divertimento.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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