La ragione dei granchi

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Con un gruppo di vecchiardi ci vediamo a Venezia, domenica. Per tenerci fora dae bae ho suggerito itinerari alternativi: Santa Marta, Giudecca, Fondamenta Nuove, le Zattere.

Quest’ultimo mi ha fatto venire in mente una volta che avevo 16 anni e stavo a Trieste. Leggevo molta fantascienza (grazie ad Andrea Valmarana, che mi aveva presentato Urania, che fino allora avevo chissà perché creduto un giornalino zozzo tipo Il Tromba). Non so dove non so perché avevo visto la copertina de La ragione dei granchi e il titolo mi aveva immediatamente suggestionato. Dovevo leggerlo. A dire il vero, anche Strisciava sulla sabbia l’avevo a suo tempo trovato un titolo suggestivo, ma il libro si era poi rivelato una boiata. Però insomma ‘sta Ragione andava letto. Quale sarà mai, la ragione che i granchi adducono, e a qual proposito?

Tale era la mia fregola che un giorno avevo visto l’introvabile numero di Urania dietro il lunotto posteriore di un’auto parcheggiata e c’era mancato pochissimo che non provassi a rompere il vetro per rubarlo. Poi un bel dì, non ricordo come, riuscii a procurarmene legalmente una copia.

Dove eseguiamo il sapido rituale della lettura? Ci vuole un posto emblematico, e all’epoca a Trieste non ne conoscevo molti. Poi, l’illuminazione.

Così una domenica presi un espresso, arrivai a Venezia, camminai fino alle Zattere e mi sedetti a uno dei bar col pontile. Passai tutta la giornata a leggere, senza mai muovermi dalla sedia e pranzando lì con toast e aranciate.  Era estate, una bella giornata, vento e gabbiani e il luccichio di onde tra me e la Giudecca.

Neanche questo era un gran libro e la “ragione” andava interpretata nell’altro senso, quello di perdere la ragione. Se alcuni romanzi di fs li ho letti più e più volte, per i granchi e i loro problemi mentali la prima è bastata.

Però sul treno del ritorno, solo nello scompartimento in cui avevo spento la luce, ero molto soddisfatto. Mi ero dimostrato che Venezia non era così lontana e potevo risentire l’aria salmastra ogni volta che avessi voluto (l’unico problema, poca cosa, erano i soldi per il treno). La percezione che la laguna mi avesse cacciato contro la mia volontà si affievolì, da quel momento in poi per sempre.

La ragione dei granchi non mi interessava più: avevo imposto al mondo le ragioni di Edoardo.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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