Intellettuali (2) – il post del che (letto che e non ce)

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Su fb assisto a un aumento dei post “intellettuali”. Molti hanno quadri esotici da esibire, citazioni dotte, ammiccamenti scientifici che fanno capire che. (che? che loro sanno…).

Ma questo è nulla rispetto a post di nicchia (nicchia che? che). In genere questi post rimandano a pagine e fanzine moolto intellettuale, scritte da bloggerz che più intellettuali non si può.

Embè? Che male ti fo?

Nessun male, solo che sento un fastidio di sottofondo. Sento le ondate di parole grasse che rimandano a concetti grassi, solitamente espressi in origine da un qualche Wolfbert Cornelius Menschindenlunger von Abtupiren-Thanen, che nessuno ha mai letto tranne il postatore (che sa).

Vedo – figurativamente – rotolare i pensieri, ingolfarsi e avvolgersi cercando una via d’uscita. Immagino che lo sforzo creativo-comunicativo termini solo quando il blogger, esausto, rilegge la propria opera e si sente satollo, compiuto, e soprattutto espresso.

Intendiamoci, esistono post e post. I più divertenti e innocui provengono da chi “ne ha sentito parlare” ma non sa esattamente che è (che? l’intellettualismo). Sono l’equivalente dell’eleganza di una matrona russa, colta al capodanno 1989 a Cracovia mentre danzava con le sue scarpe dorate col partner in smoking azzurro (non blu, azzurro). Un po’ come quelli che appendono come quadri i coperchi delle scatole di cioccolatini. Un Degas, un Toulouse-Lautrec, e il salotto ne guadagna. Dilettanti, insomma.

Ma ci sono i professionisti. Quelli che hanno un’erezione quando il commentatore cita l’amato Wolfbert Cornelius: “l’uomo moderno si dibatte tra insofferenza per l’esistente e cupidigia dell’ignoto, indirizzato nella sua quest dal substrato strutturale del quale è in gran parte inconsapevole”. Roba così.

Solitamente il blogger moolto intellettualo è maschio e tenta di somigliare ad Alessandro Baricco, con fortune alterne. Ma indispensabile è che che i commentatori siano in prevalenza femmine, perché altrimenti il blogger percepirebbe solo lo sterile profumo di omofilia. Invece, con molte femmine commentanti, egli compensa. Che? L’invidia per i camionisti.

 

Ma mi sto perdendo. L’origine del mio post è un’osservazione banale: l’eccessivo sviluppo della mente e delle sue pippe inibisce l’azione.

Ho conosciuto un solo vero intellettuale da campo. Sociologo kazako, evidentemente di formazione accademica russa, partiva dai fatti e solo da lì traeva induzioni. Il primo e l’unico ad accorgersi, con opportuno accendino, che ci stavano vendendo un tappeto sintetico spacciandolo per naturale. Uomo che elaborava concetti da azioni, non viceversa, come vedo fare nei siti promossi su fb.

Forse – non lo so – aveva letto il Mazzini di Pensiero e Azione, o teneva ben presente il motto kazako mens sana in corpore sano.

Fatto sta che di lui mi ricordo (era il 1995), di tutti i blogger intellettuali no.

Zygmunt Bauman, La decadenza degli intellettuali (da legislatori a interpreti), 1987.

1 comment

  • Ho letto che per i (pastori) Mongoli una donna che non sappia macellare una capra non è altro che un inutile orpello.
    A essere cavillosi però, per me occidentale è difficile ricordare pietre miliari del pensiero partorite da qualche intellettuale di Ulan Bator e se vedo Hawking penso anche che quella del corpore sano sia l’unica idea elaborata da un archeopalestrato ansioso di dimostrare agli altri e a se stesso di non essere l’idiota che sospettava, a ragione probabilmente, di essere.

    Farei poi distinzioni tra quelli che pubblicano autenticamente convinti di portare il verbo e quelli che espongono le loro carabattole culturali con l’intento di prendere bonariamente per il culo chi ci casca, così, per scopi puramente ludici, alla “amici miei” tanto per intenderci.
    Una collega parassitologa alla quale cercavo di spiegare come le cozze incrementano lo spessore del guscio in condizioni di ipossia ad un certo punto sbottò: “sai una enorme quantità di cose che non servono a un cazzo.”
    Un grande complimento detto da una che ha capito tutto, sul serio.
    Quando uno ride di gusto per una barzelletta (che comunque non è creativa) l’ha necessariamente capita.

    Basi e struchi.

By Redazione

SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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