Economia sociale

E

Non capite niente di economia? Non è necessariamente un caso. Comincio a pensare che ci sia l’interesse a non farne capire niente a più persone possibili, cominciando dai concetti più semplici.

C’è questa famosa idea della crescita, associata in qualche modo alla libera concorrenza. La concorrenza sarebbe “bene” perché promuove la crescita.

Primo: la libera concorrenza non esiste. È un’idea creata da chi è già in posizione di vantaggio perché gli ALTRI non possano erodere quel vantaggio (“io ho una posizione di privilegio, ora voi scannatevi concorrenzialmente”).

Secondo: la concorrenza se ne frega dell’equità, perché è efficiente ma non considera minimamente la distribuzione dei profitti.

Terzo: la concorrenza, in un mondo globalizzato, PRIMA di portare benefici, impone un riequilibrio dei fattori di produzione, nel senso del loro costo.

Che ci fosse qualcosa che non andava mi venne in mente una ventina d’anni fa, quando mi trovavo a lavorare all’estero fianco a fianco con ingegneri russi con una preparazione teorica fenomenale e 40 anni di esperienza sul campo. Io, economista junior, guadagnavo 20 volte più di loro. “Se questi vengono da noi, sono cazzi. Per noi.” – pensai.

Bene: ora ci siamo.

Nel bel mondo “globalizzato”, dove i fattori di produzione sono nominalmente mobili, finché non c’è riequilibrio GLOBALE la pressione aumenta. Significa che sopravvive chi è disposto a tenere i negozi aperti 7 giorni su 7, dalle 6 di mattina alle 10 di sera. Chi si accontenta di 10 dollari al giorno invece di 100.

Non c’è un cazzo di niente da fare: è ormai una questione di fisico: se non ti regge l’elastico, sei fottuto.

Da un lato ci sono i miliardi che spingono dal basso, per salire. Dall’altro, in alto, ci si arma di mitragliatori e mura per tenerli fuori. Fuori da cosa, coglioni? Li avete chiamati VOI!

“Sviluppo sostenibile”, dicono. Sostenibile per chi? Il contadino rumeno non può competere con le aziende ad alta intensità di capitale, completamente automatizzate, che operano nel suo stesso mercato. Quelle aziende hanno già licenziato 20 anni fa la propria manodopera, che è fluita alla bell’e meglio verso qualcos’altro. Il dentista italiano concorre con “impianti in Bulgaria a 600 euro, il viaggio e il soggiorno lo paghiamo noi”.

A chi serve, a chi interessa tutto questo? Ai furbissimi, che cercano di sfuggire col malloppo, come anguille, al sistema che loro stessi hanno creato.

E’ questo il mondo che vogliamo? Viviamo per lavorare, o lavoriamo per vivere?

Il prodotto globale mondiale cresce. Vero: ma vediamo un po’ dove va. Come è distribuito?

Che è successo allo stato sociale, la cui accumulazione di ricchezza serviva a garantire a tutti i servizi di prima necessità e poi – se ne avanzava (e NE avanzava) – a migliorare la qualità della vita?

Siamo nel Far West, quello vero, dove contano solo le pistole. Siamo al “si salvi chi può”. Chi corre più veloce, chi è più furbo, chi è più bandito.

E questa è solo l’economia reale. Poi c’è quella finanziaria, responsabile al 70% delle tendenze attuali e dello stato di cose.

Bella roba. Complimenti.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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