Cronache dal mondo Over (2) – Minuetto

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181dfd8e06344731904d97567a975ecaNella mia incessante vita esplorativa, sono capitato su un sito di incontri per “over”.

Poiché nessun over si sente tale – me compreso – ho utilizzato il luogo non, come forse dovrei, per cercarmi un’attempata badante, bensì per capire somiglianze e differenze tra questa specifica community e quelle più generaliste.

Qui riposto alcune mie considerazioni, raccolte nel blog personale interno al sito stesso.

 

Mi piace, l’idea di un blog sul sito. Dà il senso che tu ci possa scrivere davvero quello che pensi, almeno finché qualcuno del management non trova che davvero quello che pensi è un po’ troppo corrosivo rispetto all’atmosfera da Mulino Bianco che si cerca di promuovere.

Personalmente non ho né spirito né attitudine negativi, se no non mi iscrivevo. Ho già buona esperienza dei siti di incontri (quelli per “brave persone”, ça va sans dire), ma questo è il primo sito esplicitamente dedicato ai maturi come me, ed ero interessato a scoprirne le specificità.

Una cosa che pensavo e volevo verificare era che si trattasse di un sito “calmo”, frequentato da persone posate e mature, disposte all’ascolto come al pacato colloquio.

Errore. Mea maxima culpa. Per quanto visto finora, la media dei frequentanti è gente permalosa, del tutto priva di ironia (e ancor più di auto-ironia), banale fino all’inverosimile. La loro principale occupazione è proteggere le proprie scelte, in altre parole il loro modo di essere. Tutto ciò che devia dalla loro routine appare minaccioso. Nessuno è minimamente disposto a mettersi in discussione. C’è un grado di suscettibilità altissimo, e non perché tu dica qualcosa contro di loro, ma semplicemente perché non dici le stesse cose che dicono loro, con le medesime parole. Sono disposti ad ascoltarti solo se l’argomento è in linea con le loro abitudini ed esperienze, o ancora meglio priorità e manìe. Ma già l’ascolto così filtrato costa loro sforzo: essi principalmente vogliono parlare. Di cosa? In genere, di niente (secondo i miei parametri), però essendo il loro, di niente, lo considerano molto importante. Hanno quindi bisogno di un pubblico che li stia ad ascoltare, mentre sciorinano la loro giornata-tipo o le Grandi Verità che hanno faticosamente acquisito con l’esperienza. E poiché – mi spiace dirlo – l’esperienza di molte vite è banalissima, le suddette verità non svettano particolarmente in alto, rispetto ai pensieri preconfezionati che formano il substrato culturale di un Paese. Non ci sono più le mezze stagioni. Per i figli farei tutto. Non toccatemi Eros Ramazzotti. Gli uomini, che sporcaccioni. Ho rinunciato a una carriera da astronauta (e sì che la NASA insisteva!) per occuparmi dell’orto. Io capisco la gente. Ho viaggiato molto: Parigi, Londra, Catanzaro… Leggo molto: Fabio Volo. Come faccio io la caponata, non la sa fare nessuno. Odio il Male, amo il Bene, voglio la Pace nel mondo. Che mi mangio stasera? Chi non beve vino non sa che si perde. Per me esistono solo il sole e il mare.

Io ho amici di 50-60-70 anni, ma nessuno è così. Probabilmente – mi sono detto – è perché sono amici miei, e quindi una certa selezione è già fatta a priori sulla base dell’affinità. Allora mi stupisco di quanto sia diversa la media della gente dai miei amici.

Uno degli aspetti che avrei potuto prevedere, ma incautamente ho trascurato, sono le abitudini di Genere, tanto maggiormente percepibili in quanto le comunicazioni/interrelazioni avvengono tra persone che sono cresciute in una certa atmosfera culturale, tra i 50 e i 60 anni fa. Secondo questa visione, superata nei fatti ma non nelle loro menti, c’è una netta distinzione di ruoli, doveri e diritti tra uomini e donne. Le donne “vanno protette” perché “più deboli”. Va tollerato il loro eventuale parlare a vanvera, l’esprimere o sollecitare una vanità ormai troppo spesso ingiustificabile, l’accentramento dell’attenzione, la possibilità di offendere senza contropartita. Gli uomini, si sa, sono “mille miglia indietro”, rudi e zotici, e ci provano sempre (sic). La figura maschile più apprezzata è quella del Gentiluomo, cioè il cortese a tutti i costi, che non replica mai alle frequenti banalità o franche fesserie femminili se non con ulteriori incoraggiamenti. Ho assistito a scenette grottesche, in cui il Lui chiedeva scusa dopo essere stato subissato di improperi dalla Lei di turno, che aveva interpretato malissimo, sbagliando di 180°, il di Lui precedente pensiero. Qui le donne sembrano o si sentono tutte Regine di Saba, con pieni poteri e diritti per decreto divino. Ripeto: fuori di qui, nel mondo, non è così.

Questo esercizio di cortesie formali, di ruoli da commedia dell’arte, io lo chiamo minuetto, sapendo di far torto al ben più sottile pensiero settecentesco, per il quale la galanteria era la contropartita di una condizione femminile che non si doveva mai occupare di faccende serie.

E vedo che i danzatori di minuetto in questo sito abbondano, sia – comprensibilmente – femmine che – meno comprensibilmente – maschi, probabilmente prigionieri della loro antica formazione, come dicevo sopra.

Il mio pensiero in proposito è differente: se hai detto una fesseria, hai recato un’offesa verbale, che tu sia uomo o donna non fa differenza. Se ti ci mandano, è perché te lo sei meritato. Uguali diritti, uguali doveri. Se sei noioso, banale, scontato o ripetitivo, è giusto te lo facciano notare. Non vedo perché sorbirmi vuote chiacchiere e continuare a sorriderti.

Credo che il minuetto non faccia per me. Pazienza: basta spalancare il portone, e la musica non si sente già più.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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