Consapevolezze

Consapevolezze

Un po’ ovunque ora si parla di economia.

Ieri sera, a Ballarò, si sono sentite anche cose intelligenti: il sottosegretario agli affari sociali Guerra, Vasco Errani (Emilia Romagna), il sindaco di Firenze Renzi, il presidente del Piemonte Cota, Michele Boldrin.

A parte Cota, che sembrava rispondere ad altre domande, di una galassia tutta sua, e il direttore de Il Giornale Sallusti, che non sapeva neanche in che galassia stava, gli altri più o meno hanno detto cose sensate per almeno metà trasmissione.

Non solo era possibile seguire un filo logico nei discorsi – cosa palesemente impossibile fino a qualche mese fa, quando imperava ancora la “tecnica Sgarbi” di aggressione pura e vuota – ma le posizioni erano persino argomentate, documentate.

Anche lo spettatore ora ha una minima idea degli argomenti e dei diversi possibili punti di vista.

La vera domanda, che è anche stata posta da Errani ai suoi avversari politici, era “ma voi, finora, dove stavate?”. Già, perché i casi sono due, a partire dalle ultime uscite di Tremonti: a) o tutti sapevano già tutto, ma non ne parlavano per ragioni politiche, oppure b) pochi sapevano qualcosa e comunque se ne stavano belli zitti, e la gran massa degli addetti ai lavori navigava a vista.

Perché ai temi veri, tra loro integrati, dell’economia nazionale, europea e mondiale, si è sempre preferito il dibattito sulle telefonate di Ruby-la-mignotta-minorenne? Che cazzo di classe politica abbiamo, fatta di struzzi? Perché anche la sinistra non ha posto il proprio quadro economico sul tavolo del dibattito, perdendosi invece a disquisire sulle intercettazioni telefoniche su Berlusca?

Di fronte al fatto che ora sembra che i principi sottesi dalle urgenze economiche siano in primo piano un po’ per tutti, ci domandiamo se questa nuova consapevolezza sia temporanea o, viceversa, un valore acquisito. Spererei per la seconda, ma temo grandemente per la prima. Il fatto è che ci si preoccupa solo quando c’è qualcosa di cui preoccuparsi. Struzzi. Che il popolo sia beota, rincoglionito dall’andazzo ipod-milanodabere-audiTT-belenrodriguez, è noto. Voi dite che la gente è meglio di quanto sembra? Per me è peggio, e sono forte delle leggi sulla stupidità di Carlo Maria Cipolla.

Ma anch’io mi chiedo “dov’eravate, tutti!”, se Errani salta su adesso e se Tremonti deve aspettare di essere sfanculato da tutti prima di pubblicare le sue ovvie ma importanti verità.

Che cazzo di Paese è, uno in cui non si vuole vedere l’incendio finché non ti brucia il culo?

Dov’è la strategia, dov’è un minimo di programmazione?

È semplice: non ci sono.

Io, che per fortuna o per disgrazia vedo alcune cose quasi dall’interno, dico che di certe cose non solo non si è mai parlato, ma non si sono proprio osservate. I vari dipartimenti-studio delle amministrazioni centrali e regionali si occupavano del particulare, del contingente, dei favori.

Notizia di ieri che nella rassegna stampa della Presidenza compaiono le posizioni sulla crisi europea del presidente degli USA. Ecchè, non le ha mai espresse prima dell’altro ieri?

Io spero sempre per la seconda, ma temo grandemente per la prima. Passata che sarà l’urgenza, torneremo alla non-programmazione, all’inconsapevolezza, al vivi e lascia vivere. Che è quel che ci differenzia da sempre dai Paesi che uno straccio di programmazione ce l’hanno.

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