Brus Springstin

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[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text]Nel 1975 un mio compagno di classe mi invitò, come accadeva spesso, a casa sua per ascoltare dischi. Aveva un impianto stereo ragguardevole, una significativa collezione di novità discografiche, completa libertà di movimento e casino da parte dei genitori succubi.
Quel giorno toccò a un disco nuovissimo, Born To Run, di un cantante rock never heard before. Sin dal primo brano, Thunder Road, capii preveggentemente che niente sarebbe più stato lo stesso, e non solo riguardo alla musica. Quel rock era diverso, pieno di sonorità dense, strumenti inconsueti (per il rock), una voce pastosa, strascicata e allo stesso tempo ruvida. Apprezzai Night, ma con in testa ancora Thunder Road, che pensavo una hit insuperabile, anche se insidiata dalla successiva Backstreets. Così restai letteralmente annichilito quando arrivò il turno di Born To Run. Non c’era una nota che avrei saputo figurarmi meglio. Era come fosse stata sempre dentro di me, senza saperlo. Seguiva She’s the One, un altro pezzo della madonna, ma dopo Born To Run era come sparare i petardi dopo aver visto decollare lo shuttle.
Tornai a casa intontito, qualche giorno dopo mi comprai il disco e, per suonarlo, lo stereo. Cominciai a seguire Springsteen e a cercarne i dischi precedenti, all’epoca indisponibili in Italia.
Per un bel po’, Springsteen divenne il mio Numero 1 (e Born To Run rimane nella mia top 10).
Poi, da Born in the USA, la mia fede si affievolì abbastanza, così che cosa fa Springsteen non lo so più da un pezzo: non lo vedo, non lo guardo, non lo cerco.

Ma ieri sera ho avuto un’amara sorpresa. L’ho visto in un video recente (2013) e non riuscivo a distinguerlo da Schwarzenegger o Stallone, tanto era mascelluto e gonfio. Il suo gestire/gesticolare mi sembrava uno scimmiottamento di com’era 35 anni fa (non è un buon segno). Mi sembrava finto fino alle ossa. E per me è peggio che fin(i)to. Uno che non vuole invecchiare, una volpe che gioca col subconscio dei fan, abituati a quegli antichi gesti, in cui però non resta più nulla di spontaneo. Mi sembra pronto per il museo delle cere. Non una sua copia, no no: proprio lui.[/vc_column_text][vc_row_inner row_type=”row” type=”full_width” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner][vc_separator type=”transparent” up=”15″ down=”10″][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_single_image image=”4191″ img_size=”full” qode_css_animation=””][/vc_column][/vc_row]

3 comments

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  • lo sai che pendo dalla punta della tua penna, che mi hai sempre affascinata con le tue parole e i tuoi pensieri, per quello che c’e’ o c’era dentro e fuori di te … ma questo non lo dovevi nemmeno pensare e tanto meno pubblicarlo… bruce finto? bruce finito? bruce è l’uomo più vero del mondo, anzi è lui che fa girare il mondo, non con i suoi muscoli (e capperi, che fisico!) ma con le sue parole, con il suo cuore, con il suo coraggio, con la sua dolcezza, unica.

  • Di Cris ne conosco due. Una di Udine, una di Perugia.
    Entrambe hanno diritto di dirmi tutto quello che vogliono, perché… beh, loro lo sanno, il loro diverso perché.
    Ma io, proprio per quello che c’è o c’era dentro di me, non voglio mentire né a me stesso né a loro e allora dico quello che vedo.
    Non credo – per questo – di perdermi né il ricordo di Cris di Udine, né quello di Cris di Perugia. Né – sicuramente – di quella primavera del 1975.

  • ho visto uno degli ultimi concerti del boss dal vivo. vero. si muove in modo abbastanza goffo. non ho sentito la carica coinvolgente di tanti altri che suonano su un palco. ma la musica, la voce e la fatica -il dare il massimo di quello che uno può dare- li ho visti ancora. non ho miti musicali. ma riascoltare le sue canzoni è sempre semplicemente bello. del resto l età che avanza è qualcosa di inesorabile e ognuno la combatte o ci convive a modo suo. è gonfio? magari sta facendo una cura di cortisone. è goffo? la pancia pesa, o i reumatismi avanzano o i legamenti cedono. di questo mi frega nulla.
    Hai ascoltato Magic dall’album Magic?

SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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