Fatidico italiano

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Ho visto Italia-Slovenia (3-1) e poi Serbia-Russia (3-2). Sembrano quasi due sport diversi. Serbi e russi giocano con una scioltezza molto superiore, le prendono e le danno in continuità, senza soffermarsi sui singoli episodi, festeggiando come se fosse la festa della Madonna o diperandosi davanti alla morte del gatto.
Senz’altro influenzato da due gigantesche teste di cazzo come telecronisti, a nome Andrea Lucchetta e Maurizio Colantoni, ho la sensazione che in campo italiano tutto sia fatidico. Ogni punto è una scalata del K2, ogni palla persa un naufragio del Titanic. Così non si va lontano. Puoi vincere una partita, ma è una tensione continua e infinita, uno stress che ti consuma. E vai con sti bacini, carezzine sul capino, abbracci e toccatine a ogni cazzo di punto. Devo dire che il peggiore in questo è lo zar Zaytsev, fonte inesauribile di un nervosismo generale. Perché non fai come Atanasijevic? Hai fatto punto? bene, ora prova a farne un altro e morta lì.
Checché se ne dica, non abbiamo ancora superato il cuore oltre l’ostacolo di mussoliniana memoria. Tutto è fatidico. Lo diventerà davvero quando incontreremo la Russia o la Serbia.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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