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Sto dando una mano a mio figlio con la tesina per la maturità. Una parte è sulle origini della famiglia, e questo è quanto.

Sono Edoardo Burlini, ma il mio vero nome dovrebbe essere Edoardo Vattovaz.

In un decreto del 1930 della Prefettura di Pola, si “concede la riduzione alla forma italiana” Burlini a mio nonno Edoardo, figlio di Giacomo e di Orsola Riccobon, quest’ultima di chiara origine veneta.

Nonno Edoardo, padre di mio padre Licio, nato Vattovaz, e di mio zio Guido, nato Vattovaz.

Sua moglie Gisella, mia nonna paterna, faceva Dobrilla, che è un’altra italianizzazione di un nome chiaramente slavo (dobro= buono), figlia di Michele e di Domenica Zigan, nome sulle cui origini balcaniche non ci sono dubbi (il violino tzigano).

Il lato materno della famiglia – mamma Livia – si chiama Micheli. Ora. Fino all’avvento del regime fascista si chiamava Michelcic, e così è nato e firmava i suoi quadri mio nonno Francesco.

Mia nonna materna Francesca faceva Ferluga. Ferluga o Felluga, che molti credono sia di origine spagnola, è invece semplicemente un cognome patronimico sloveno con suffisso accrescitivo “uga” e base “Ferle”, dal nome proprio latino “Florianus”.

Dei miei quattro nonni, quattro erano slavi.

Il mio nome è Vattovaz, Edoardo Vattovaz.

 

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SU DI ME

SONO EDOARDO, NATO A TRIESTE NEL 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. CONTINUA...

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