Oblivion sucks, Blue Tornado rules!

O
[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text]È interessante constatare quanto conti il marketing ossessivo. Pare tu non possa sapere cosa sono le montagne russe se non hai provato Oblivion a Gardaland. Un cazzo. Intendiamoci, la caduta con 88% di inclinazione è notevole, così come l’immediato riassetto in orizzontale (stomaco in bocca) e il successivo tunnel buio e vaporizzato, per cui sbuchi fuori che non ti ricordi manco come ti chiami. Ma è davvero tutto qui. Troppo poco, se paragonato a magari un’ora e mezzo di fila, ‘che non so se sia peggio fartela sotto il sole d’agosto o dentro il percorso coperto che spara cazzate alla Star Trek. Stai all’ombra – è vero – ma ti tocca sorbirti fesserie senza interruzione per tutto il tempo dell’attesa. Meglio, molto meglio un discorso-fiume di Berlusconi: almeno ridi.

C’è da dire che noi non abbiamo atteso nulla: all’apertura dei cancelli ci siamo precipitati correndo, risultando i primi visitatori della giornata. Quindi prima fila e non mi potete dire che ho perso il colpo di scena perché ero dietro.

Ergo: se ti si prefigura fila multioraria solo per fare Oblivion, lascia perdere e fatti in cambio 20 giri su Magic Mountain, ‘che ci guadagni in salute e divertimento.

La cosa più utile di Oblivion è l’ “effetto risucchio”, che non è diavoleria tecnica bensì side-product del marketing: stanno tutti in fila lì, e da altre parti non c’è nessuno. Così ci siamo fatti 3 giri 3 sul buon vecchio Blue Tornado, nello stesso tempo che gli altri salivano 3 scalini di coda per Oblivion. Blue Tornado, che c’era già 9 anni fa, è una signora montagna russa. Se poi lo fai in prima linea, te lo ricordi per un bel pezzo. Tra l’epoca di Blue Tornado e quella di Oblivion hanno messo (2010) Raptor, che non è male, anche se al Tornado sta come SuperPippo a Silver Surfer.

Mi domando come sia questa corsa al meglio, soprattutto se tale non è. Costosa, innanzitutto. Spietata, tant’è vero che Gardaland è tutt’altro che rose e fiori. Accanto ai lustrini delle nuove attrazioni, ci sono aree semiabbandonate, costosissimi giochi completamente disertati, banchetti chiusi. E la cosa si nota, soprattutto in un periodo di lunghissima recessione, dato che è evidente che i visitatori annuali sono diminuiti sensibilmente. Se toppi un richiamo come Oblivion, rischi un bagno di sangue. E prima o poi la vox populi che relega l’attrazione a seconda o terza scelta si spargerà.

Mi piacerebbe vedere i conti di Gardaland, e le previsioni di flusso. Non credo stiano ridendo soddisfatti.

E pensare che la vera attrazione, l’autentico percorso proibito, la migliore spedizione pericolosa ce l’hanno davanti, e senza dover montare una singola rotaia o traliccio: è il caldo terrificante, che rende ogni visitatore protagonista di un non previsto Ultimate Challenge, a spostarsi da una misera zona d’ombra all’altra. Se potessi, non rileverei mai la gestione di Oblivion, ma mi farei assegnare un banchetto di Cocacole e granite, in un punto qualsiasi del parco. È questo, il vero e probabilmente unico affare di Gardaland.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Add comment

SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

PUOI TROVARMI ANCHE QUI