Ora partono le privatizzazioni

O

..all’italiana, beninteso.

La teoria economica dice giustamente che un mercato libero e concorrenziale è più efficiente di un mercato regolato o monopolistico. Questo perché i prezzi dei fattori di produzione e dei prodotti tendono a essere i più bassi (se no si va a comprare dal vicino).

Questo dice la teoria economica.

In pratica, dopo l’esposizione di Walras, sono arrivati altri a correggere il tiro (Robinson, Robbins, Schumpeter…): non è vero che il mercato lasciato a se stesso si orienti automaticamente alla concorrenza perfetta (oligopolio, teorie del grande e piccolo gruppo); le innovazioni portano a vantaggi competitivi di breve-media durata, durante i quali il possessore di innovazione fa quello che gli pare.

Un settore ad alta intensità di capitale di investimento richiede – appunto – forti investimenti iniziali (personalmente, benché sia uomo di mare, non ho la possibilità di diventare armatore dall’oggi al domani).

Chi si compra le industrie a alta intensità di capitale? Chi ha i soldi. Noi li abbiamo? No. Chi li ha? Un nome a caso: i tedeschi.

 

Punto due. Un’impresa, un’industria deve fare profitti. Come li fa? Comprimendo il più possibile i costi di produzione, dei quali il più comprimibile è il costo del lavoro. Se poi è un’impresa intelligente, conserverà un margine di profitto per futuri investimenti e ricerca&sviluppo, se non è tanto inteligente (esempio: le società elettriche californiane negli anni ’90) agirà a spese della manutenzione e rinnovamento per aumentare i profitti (capitalismo di rapina).

Scenario. Le imprese privatizzate saranno comprate da chi ha i soldi (non noi). La remunerazione del lavoro si contrarrà (questi invece siamo noi), se non lo farà abbastanza basterà spostare gli impianti in qualche altro Paese. La capacità di spesa degli addetti diminuirà, e quindi i consumi interni. Per i settori di interesse pubblico, la manutenzione sarà lasciata al minimo indispensabile per fornire il servizio.

L’ho visto succedere in Romania, a Timisoara e dintorni, a spese dei rumeni. Ora mi aspetto di vederlo succedere qui.

Buona giornata.

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SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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