Sredni Vashtar

S

 Esistono nomi che restano nella memoria e altri che diventano parte della personalità.

Sredni Vashtar fa tanto parte della mia esperienza e del mio immaginario che non mi stupirei di esalare l’ultimo respiro con quelle sillabe in bocca.

Sredni Vashtar è un racconto di “Saki” Munro, scritto agli inizi del secolo scorso. Sia nella versione inglese (largamente preferibile) che nelle varie traduzioni italiane, è lungo tre pagine. Inutile dire che per me è il miglior racconto di tre pagine mai scritto.

Nel racconto, Sredni Vashtar è un furetto, eletto a Dio di Vendetta dal giovane protagonista (Corradino, nella versione italiana).

Il racconto si può leggere/interpretare su diversi piani, benché sia strutturalmente semplice nella costruzione e lineare nella trama. E’ una parabola contro la sopraffazione, una favola, una suggestione gothic.

 

L’ho trovato quando avevo 15 anni in una raccolta di racconti dell’orrore, benché con l’orrore tecnicamente abbia poco o niente a che fare. Ho subito prestato il libro a diversi compagni di liceo e più di uno se ne è lasciato affascinare quanto me. Da qualche anno ho scoperto che esiste anche un gruppo Facebook (in inglese) dedicato agli “Adoratori di Sredni Vashtar”: non me ne stupisco per niente; anzi, ne sono membro.

 

Un po’ di anni fa, girando per l’Usbekistan sentivo ogni tanto pronunciare “sredni, sredni”. Ho poi capito il perché: in russo, “srednij” significa “medio, che sta nel mezzo” (ad esempio “mercoledì”, giorno nel mezzo della settimana, in russo si dice “sridà”). Ogni volta che lo sentivo, mi veniva in mente Sredni Vashtar.

 

L’autore del racconto dichiara nel testo che il piccolo protagonista ha creato il nome attraverso chissà quali assonanze e associazioni, quindi non spiega perché il furetto si chiami proprio così. Per fortuna: non lo voglio sapere. Quando gioco a scacchi su internet con il mio nick “Sredni Vashtar” qualche avversario mi chiede se sono ebreo, qualcuno se sono indiano. Probabile che il secondo gruppo abbia ragioni più fondate: Saki Munro era sì inglese, ma nato e vissuto in India.

 

Uno dei passaggi più suggestivi del racconto è il canto di guerra che Corradino ha creato per il suo dio-furetto e che declama nel momento più drammatico della narrazione. In italiano suona così:

 

Sredni Vashtar, Dio della Battaglia,

uscì per combattere.

I suoi pensieri erano rossi pensieri

e i suoi denti, bianchi.

I suoi nemici invocavano la pace

ma egli diede loro la morte.

Sredni Vashtar, il Bellissimo.

 

Esistono numerose (io ne ho visionate cinque, ma ce ne sono di più) versioni cinematografiche del racconto, tutte all’incirca della durata di dieci minuti. Ciascuna di esse contiene sia elementi apprezzabili che stonature rispetto alla mia personale interpretazione della storia e dei protagonisti. Ma credo che se cento registi si cimentassero, si otterrebbero cento versioni diverse. Il fatto è che ognuno la vede a modo suo, si fa catturare da un aspetto piuttosto che da un altro, ed è giusto sia così. Nondimeno, tutti hanno ragione nel credere che la loro interpretazione sia quella “vera”. Lo credo anch’io, naturalmente. A questo proposito, l’aspetto che mi ha disturbato maggiormente nei clip è la pronuncia del nome, che in tutti e cinque è “Sredni Vàshtar”. Per me il dio-furetto si chiama e si chiamerà sempre “Sredni Vashtàr”, punto e basta.

1 comment

  • la stessa antologia, gli stessi anni, la stessa indelebile impronta.
    deve essere generazionale.

    btw: per me l’accento è retratto, all’inglese. mia madre (francofona) pronunciava come te.

By Redazione

SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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