I Russi

I

Forse stupisce qualcuno che la Russia abbia occupato la Crimea. Me, no.
I russi hanno una visione particolare di sé stessi rispetto al resto del mondo: lo sciovinismo francese impallidisce rispetto alla concezione russocentrica del più grande Paese del mondo. Per i russi, il resto del mondo è un incidente, un’integrazione rispetto all’unica realtà significativa che il pianeta Terra ha l’onore di ospitare: loro stessi. Persino la Cina – la più grande minaccia – è niente di più che un vicino fastidioso. Forse non tutti sanno che tra Russia e Cina, da cinquant’anni, c’è un confine armato (dalle parti del fiume Amur) e che ogni tanto gli scappa qualche fucilata.
I russi, assai più di Hitler, considerano la loro esistenza un diritto divino. Questo valeva ai tempi dello zar e per tutto il periodo sovietico. Poi c’è stato un brevissimo intermezzo ai tempi di Eltsin, non a caso considerato oggi come un viscido traditore senza spina dorsale, durante il quale il nazionalismo russo ha subito qualche scossa di sfiducia. Poi, con Putin, tutto è tornato alla “normalità”.
I russi sono tanti (meno dei cinesi – che fastidio! – ma sempre tanti). È tipicamente russo l’approccio “da formicaio” o da alveare: non conta l’individuo, ma solo la Ròdina (Patria). Quello che mostrava il film Il nemico alle porte nelle prime scene corrisponde benissimo alla mentalità russa: possiamo sacrificare milioni di individui contro le mitragliatrici del nemico, tanto siamo in tanti. È la stessa logica che ha presieduto la gestione russa della tragedia del sottomarino Kursk: possiamo lasciar morire asfissiati un centinaio di marinai pur di non far vedere i nostri segreti a una missione di salvataggio norvegese.
Per i russi, la Crimea (russa fino al 1954) è cosa loro. Come l’Ucraìna, la Bielorussia e tutto ciò che c’era nel Patto di Varsavia. Dove ci sia un solo russo, la Russia è pronta ad accorrere: non per salvare lui, ma per non smentire sé stessa.
Putin ha semplicemente la visione imperiale zarista e sovietica e utilizza le risorse a disposizione nel medesimo modo. Tutta la nazione (Naròd) è d’accordo con lui. A proposito: sia Ròdina che Naròd hanno la stessa origine etimologica: ròd = radice. Le radici di un albero si espandono finché trovano spazio. Il più grosso errore dell’Operazione Barbarossa non è stato sottovalutare – come Napoleone – l’inverno russo, ma non aver capito l’etimologia delle parole.

Voglio vedere come una realtà a patchwork (USA) e una non-realtà (EU) proveranno ad affrontare la crisi ucraina, basandosi sullo ius soli internazionale anziché sulla comprensione di una mentalità che loro non capiscono. Ci sarà da ridere, per chi avrà ancora la forza di ridere.

Add comment

SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

PUOI TROVARMI ANCHE QUI