Che Fare?

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A suo modo giustamente, il M5S non vuole fare accordi con i vecchi inciucioni. Ha paura di essere assorbito, risucchiato dal drago, come ha visto succedere a tutti (es.: Lega Nord). Per questo al M5S hanno un sistema di controllo interno sulle opinioni e le esternazioni che farebbe impallidire le SS di Himmler. C’è anche da dire che molti eletti 5S – di loro – sembrano delle spaesate scimmie appena scese dall’albero.

Una cosa davvero ammirevole, fantastica, irripetibile di Lenin è stata il modo in cui ha indirizzato, controllato, organizzato il Paese che si era procurato con sanguinolenta procedura. Aveva le idee chiarissime prima. Dal Che Fare? (1902) ci ha pensato incessantemente e – come direbbe un giornalista – si è presentato preparato all’appuntamento con la Storia.

Nel M5S studiano poco e programmano ancora meno (“un russo senza un piano non va nemmeno al cesso”; noi non siamo russi). Quindi ora Grillo & Co. hanno i cosiddetti cazzi da cagare, nel dover gestire il loro stesso prodotto certificato della Rete.

Tutto questo sarebbe sociologicamente molto interessante se si trattasse di una partita di Monopoli, ma in ballo c’è altro. Si stanno puntando i piedi (a suo modo giustamente, ho detto) mentre un’Italia allo stremo sta a guardare.

Grillo non vuole dare la fiducia e non gli si può dar torto. Fiducia a chi? A ‘sta manica di ottenebrati del PD? ‘Sti rincoglioniti mammasantissima che dal Muro di Berlino non sanno più neanche chi sono? ‘Ste specie di intellettualoidi della minchia che si sbrodolano di parole che hanno perso ogni significato (e non so se loro se ne sono accorti)?

Che Fare? Ma perché non mettersi d’accordo sui quei 4-5 provvedimenti urgentissimi (legge elettorale, riduzione dei privilegi, IMU, pagamento dei debiti della PA…) e poi riandare a votare?

Perchè il PD non se lo può permettere, ecco perché.

2 comments

  • Non credo che il PD non possa permetterselo. Ritengo invece che si stia giocando la carta dell’elezione del Presidente della Repubblica.
    Quanto al m5s, mi appaiono un po’ come quelli dell’armata Brancaleone. Sono francamente anche un po’ ridicoli, con i loro tentativi di occupazione della Camera e connessa farsa della lettura della Costituzione.
    Credo che il ns Paese abbia bisogno di una bella ripulita, da quelli che tu chiami “inciucioni”,così a destra così a sinistra; ma il vero problema è creare il nuovo, con basi solide e gente “seria”, che abbia alle spalle una solida preparazione e conosca il significato della parola “politica economica” e magari sia anche in grado di realizzarla.
    Forse il Paese dovrebbe ripartire dalla rivalutazione della parola “cultura”, nella sua accezione più ampia, per permettere ai cittadini di essere realmente tali e non sudditi rincoglioniti dal Caimano o da qualche altro comico di turno.
    Che i Tedeschi, una volta tanto, abbiano ragione?

  • A mio avviso il problema è proprio quello culturale. Di cultura c’è mancanza assoluta in tutti e tre gli schieramenti.
    L’abitudine a pensare e analizzare induce ad assumere un metodo – che possiamo tranquillamente definire “scientifico” – e ad accettare le regole del gioco.
    Questo è quanto io vedo nella mentalità di ogni Paese “strutturato” (Francia, UK, Germania, persino Spagna…). Ragionare e decidere logicamente.
    Siamo, in Italia, in una fase in cui non solo non si ragiona più, ma si è persa anche l’indicazione di come iniziare a farlo. In questo buio caotico, la gente si affida a chi sembra riuscire a vedere, e in massima parte si tratta di imbonitori truffaldini (destra, sinistra e M5S). Le parti politiche e sociali hanno tanti e tali scheletri nell’armadio che, in assenza di un deus ex machina (che appunto non c’è), non si riesce ad andare oltre il tutti contro tutti.
    I tedeschi hanno ragione sulla necessità di regole, ma rispetto a noi le vogliono usare pro domo sua: non mi fido affatto della loro buona fede.
    Chi introdurrà la cultura nel nostro Paese? Grillo? Bersani? Berlusconi? Naaa…
    La situazione è gravissima.

SU DI ME

Sono Edoardo, nato a Trieste nel 1959. Lì ho ancora una casa e ci torno quando mi va, ma da molti anni vivo a Roma. A Roma sono nati i miei figli, e tanto basterebbe a giustificare sia la mia esistenza che la permanenza nella capitale. Continua...

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